Da circa 10 anni le Su-Per (Superfici percettive) vengono utilizzate con successo nel dolore acuto vertebrale, nelle patologie neurologiche, nella scoliosi, più recentemente negli esiti di politrauma del torace e del bacino. Si tratta di superfici in lattice di altezza e consistenza variabile che, utilizzando un contesto senso-percettivo d’appoggio, permettono al tronco di compiere un’esperienza percettiva nuova da cui ricavare le informazioni e coordinate coerenti per un riapprendimento e per la progressiva riduzione degli stimoli dolorosi o patologici.

Campi d’applicazione delle Superfici Percettive

Patologie della colonna vertebrale

Spesso le malattie della colonna vertebrale possono portare ad un’ernia del disco o a una perdita di flessibilità del sistema vertebrale. Per questo motivo infatti e’ consigliato l’utilizzo delle superfici percettive.

Scoliosi

La scoliosi degenerativa è una complessa deformità strutturale della colonna vertebrale. Per evitare l’intervento chirurgico si può fare uso delle superfici percettive

Problemi neurologici

Le SU-PER sono uno strumento terapeutico all’avanguardia. Oggigiorno vengono utilizzate sempre piu’ anche per problemi neurologici di vario genere.

Politrauma del torace e del bacino

Paziente che presenta una o più lesioni traumatiche ad organi o apparati differenti con compromissione attuale o potenziale delle funzioni vitali

Il Trattamento

Come viene eseguito il trattamento fisioterapico con le superfici percettive? Quali strumenti vengono utilizzati dal fisioterapista?

Questo nuovo approccio terapeutico è costituito da elementi in lattice di forma, altezza, e consistenza differente, che ovviamente variano anche in base alla patologia del paziente.

Le superfici percettive sono composte da un piano duro sopra al quale ci sono alcune strisce di velcro in cui sono posizionati i diversi semisferi. I semisferi, come detto in precedenza, sono costituiti da materiali che variano in altezza ed elasticità e vengono applicati al letto. 

Ne esistono 3 tipi:

  • Giallo: una superficie morbida 
  • Rosa: una superficie dura
  • Blu: una superficie rigida

Le superfici percettive vengono quindi disposte in modo variabile a seconda del dolore, della morfologia della del paziente, e del programma terapeutico, lasciando ampio spazio al terapista per creare un contesto percettivo corrispondente al paziente e parzialmente modificabile durante il trattamento.

Le superfici percettive: il trattamento

La disposizione delle superfici percettive sul supporto scelto per l’applicazione è creata utilizzando le seguenti variabili terapeutiche:

  • La differente patologia tra paziente e paziente
  • Le superfici possono essere a contatto diretto o indiretto con il paziente.

Le superfici possono inoltre essere utilizzate con varie finalità:

  • Rendere il paziente consapevole della posizione dei propri segmenti corporei
  • Aumentare la soglia del dolore come processo di adattamento
  • Modificare il tono muscolare
  • Ripristinare il flusso informazionale alterato dalla patologia attraverso il contesto percettivo.

Un’idea maggiore ve la potete fare dando un’occhiata ai Casi Clinici.

In questi “Case Study” sono state applicate le superfici percettive durante la riabilitazione post intervento chirugico.

La Seduta

Le superfici percettive vengono applicate al lettino e alla sedia. Ovviamente questo dipende in seduta dalla patologia che si andrà a gestire con il paziente.

Ad esempio nella riabilitazione neurologica, le possibili applicazioni riguardano più che altro la posizione seduta.

Nella gestione delle patologie vertebrali, invece, è più raccomandato l’utilizzo del lettino. In questo caso il paziente è invitato a sdraiarsi in posizione supina e ginocchia flesse.

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Fase percettiva

La fase percettiva si pone come obiettivo quello di rendere il paziente consapevole del posizionamento dei propri segmenti corporei. Si svolge una valutazione immediata insieme al paziente ed è facile che in questa fase emergano degli squilibri percettivi.

In questa frase il terapista raccoglierà delle informazioni che spesso verranno riportate dal paziente in questo modo parafrasando: “mi sento storto”, “sento come una pressione”, “non mi sento la schiena”, ed altro….

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Fase attiva

La fase attiva sarà quella vera e propria degli esercizi.

In questa fase le parole chiave diventano: respirazione ed allungamento muscolare.

In questa fase si verifica anche lo spostamento dei pesi corporei e tale fase durerà in media sui 30 minuti potendosi anche protrarre nel tempo nelle varie sedute successive.

I segni cutanei che il contatto tra le SU-PER e il tronco del paziente hanno lasciato, servono da guida per il posizionamento delle superfici per la seduta successiva.

Al termine del trattamento il paziente puo’ tornare alle sue attività lavorative. I benefici del trattamento sono apprezzabili solo dopo un paio di settimane dal termine del trattamento.

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